Sono andato ieri dall’oculista per un orzaiolo, purtroppo ho dovuto aspettare un paio di mesi dalla prenotazione, alla fine ci sono riuscito.
Entro, la dottoressa mi fa una serie di domande, mi visita e riscontra che ho una forte irritazione di tutto l’occhio. L’orzaiolo s’è nel frattempo ridotto, ma una punta c’è, invece si notano tante crosticine, la grande difficoltà di emissione delle lacrime, la secchezza della cornea, il rossore dell’interno delle palpebre.
Mi mette un liquido che mi dilata le pupille, mi fa aspettare fuori, mi richiama, mi fa un accurato controllo della retina, che per fortuna è integra, anzi, in ottime condizioni (soprattutto considerando la mia età e la forte miopia).
E qui inizia il bello… (si fa per dire).
Quanto tempo passo lavorando al computer? Quanto sto davanti allo smartphone? Dodici, quattordici, anche 16 ore al giorno, sino a punte di 18.
La dottoressa ancora un po’ sviene
La faccio breve, devo scendere sotto una quota massima di 5 ore giornaliere, tutto compreso.
Chiaro che io ai miei occhi ci tengo, che decido di fare?
Comincio col fare un’analisi di tutti i rami secchi, cioè tutte quelle cose che faccio davanti ad un dispositivo digitale, senza che siano necessarie o che comunque mi portino veramente poco in termini di guadagno (o soddisfazione).
Diminuisco le ore lavorative giornaliere.
Modifico il programma giornaliero facendo sì che le attività al computer siano ridotte e meglio distribuite durante l’arco della giornata, inserendo un po’ di cose pratiche e manuali.
Cambio il programma settimanale facendo sì che ci sia una più omogenea distribuzione tra attività pratiche e quelle al computer.
…e sì, sto anche pensando di alzare i miei prezzi e ridurre le ore di lavoro. Chi mi vuole, dovrà rassegnarsi al fatto che la mia salute ed il mio impegno hanno un prezzo.