Dobbiamo essere felici di avere un nemico e ringraziarlo

“Quindi, come un tesoro che appare nella mia dimora senza alcun sforzo da parte mia per ottenerlo, dovrei essere felice di avere un nemico poiché egli mi aiuterà nel mio cammino verso il Risveglio.”

(Shantideva, Guida)

Questa frase del monaco buddhista, scritta nell’ottavo secolo D.C., contiene in poche parole decine di insegnamenti che vanno oltre la religione, rappresentando l’essenza filosofica della nostra crescita.

Siamo sulla Terra per imparare e migliorarci e ciò è possibile vincendo le sfide che il destino o il libero arbitro degli altri ci pongono sulla via.

Queste sfide possiamo anche non vincerle, ma importante è accettarle perché l’insegnamento potremmo averlo anche perdendole.

Così, i nostri pochi nemici vanno considerati per quello che sono: sfide alle quali l’Universo ci chiama per darci modo di far pratica, di confrontarci con noi stessi, di imparare o anche solo di allenarci per prepararci per sfide più dure

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