Malta, strana isola della mia gioventù

Sono passati molti anni dal mio viaggio a Malta, era l’estate del 1987, ma nonostante ciò molte cose mi sono rimaste impresse.

Gli scarafaggi. Era piena di scarafaggi. Si trovano per strada, al ristorante, in albergo, sulle macchine. L’unico posto immune, forse per l’asetticità, era la spiaggia. Lì si poteva dormire tranquilli. Non ne trovammo mai.
Poi trasferendomi a Milano, scoprii che anche la mia città preferita in Italia ne è piena. Ormai ho molto rivalutato Malta, per quest’aspetto, e gli scarafaggi non mi impressionano più tanto come allora.

La guida a sinistra. Beh, non è banale se non ci si è abituati ed io a quei tempi non avevo neanche la patente. Guidava un amico imbranato già con la guida regolare, figurarsi! Io facevo il navigatore. Incidenti rischiati? Un bel numero, ma per fortuna nessuno fatto. La macchina era una variopinta e sgangherata vettura affittata da uno dei numerosi “rent a car” irregolari e, temo, senza neanche l’assicurazione.

L’aria condizionata. Per essere nel 1987, Malta era evoluta rispetto all’Italia. Nel Bel Paese capita ancora oggi di trovare locali non condizionati, lì lo erano tutti già all’epoca. Unico problema: la loro abitudine di regolare la temperatura sui 15 gradi. Uscivi da una pasticceria a 15 gradi e ti trovavi all’esterno a 50. Aprendo le porte dei locali, pareva che ti cascasse un mattone addosso che non riuscivi a penetrare, tanto era opprimente il caldo e lo sbalzo di temperatura.

I costi. Malta è l’unico posto al mondo che io abbia visitato e dal quale io sia riuscito a riportare indietro i soldi avanzandoli contro ogni mio desiderio. Decidemmo con gli altri di mangiare in casa, ma appena resi conto del fatto che tutto costava molto poco, ristoranti inclusi, cominciammo da quelli più informali per andare a quelli di lusso senza mai arrivare a spendere quello che in Italia è rappresentato dalla classica “pizza e birra”. Anche in ristoranti con il cameriere che ti cucina i piatti al tavolo, spendemmo cifre irrisorie.

…e naturalmente le bellezze dell’isola. Facemmo pochissimi bagni, per esserci fermati quindici giorni. In compenso visitammo tutto quello che c’era da visitare. Piccole e silenziosissime città interne, la selvaggia Cozo ed il suo tempio risalente al 3.000 avanti Cristo ed oltre, le pittoresche baie sabbiose, la splendida Azure Window, le fabbriche di oggettistica in vetro, il villaggio di pescatori fermo nel passato.

Di Malta, una cosa che ricorderò sempre è la strana atmosfera di tranquillità. Maltesi tatuati dalla cintola al mento incutevano timore, ma poi in realtà potevi girare da solo sino alle 5 di mattina senza essere disturbato da nessuno. Molte porte, anche di locali, non avevano le serrature! Pochissimi poliziotti in giro, la banca non aveva alcuna struttura metallica a protezione, ma una porta di vetro con sopra scritto “Chiuso”.

Nonostante il fatto fosse molto piccola, vi era molta varietà di ambienti. L’antica La Valletta, con le sue stradine squadrate caratteristiche della città romana, cittadine di mare come Saint Julien stracolme di giovani desiderosi di divertimento, minuscole cittadine interne assolate e silenziose, zone impervie e quasi bruciate.

Chissà, forse un giorno ci torno. Ho solo la tremenda paura di trovarla completamente trasformata.

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