Sto guidando verso Milano e la solita riunione direzionale del venerdì e ascolto Ora di Jovanotti, appena acquistato in Autogrill.
Il serpentone di auto si snoda davanti a me, pigro e sinuoso. La mia mente girovaga tra la strada e la mia vita, ascoltando Lorenzo in sottofondo.
La mia attenzione viene richiamata da un cambio improvviso di sonorità. Sono arrivato all’ottava canzone, poi scoprirò che si intitola La Bella vita, in cui Lorenzo saluta in francese Amadou e Mariam, i due africani che cantano con lui.
Bellissima, non riesco a pensare ad altro. Dentro di me qualcosa si muove, come ogni tanto mi capita in situazione che non sempre poi riesco a definire.
Musicale, corale, piena di allegria e melodie che ti entrano nel cuore, la mente deve sforzarsi per restare lucida e tentar di interpretare i testi.
La canzone finisce e faccio una cosa rara per le mie abitudini. La rimetto ed alzo il volume.
L’emozione è così forte che un groppo mi sale in gola e resto così sino alla fine, con una lacrima che sembra lì lì per far capolino. Malinconia? Gioia? Un misto delle due.
Perché questa canzone mi tocca così tanto? Che leve muove in me?