Per un uso dell’italiano inclusivo sino ad oggi ho usato l’asterisco (*), ma a fronte di una serie di vantaggi ed anche per allinearmi alla tendenza generale ho deciso di iniziare ad impiegare la scevà o schwa, nelle versioni standard ( ǝ ) e lunga ( з ).
Premesso che so che molti usano il maschile per riferirsi allo scevà, io sto col femminile per ragioni di simpatia e perché in fondo io parlo sempre delle vocali al femminile, tutte le vocali italiane lo sono, quindi uso il femminile anche per questa.
Userò la scevà standard, la ǝ, nei casi singolari come ad esempio “ti sei lavato” che diventa “ti sei lavatǝ” al posto del precedente “ti sei lavat*” come avrete visto nei post sino a ieri.
La scevà lunga, з, la userà invece al plurale, quindi “vi siete lavati” diventa “vi siete lavatз”.
Come al solito, perdonatemi, ci vorrà un po’ per abituarmi, magari da qualche parte un maschile o femminile mi scapperà.
Ci saranno anche dei casi, tra l’altro, in cui userò la ǝ anche al plurale, quando il contesto farà chiaramente capire che è tale, perché з su molte tastiere e su certi programmi non è ancora sempre disponibile.
In alcuni casi, capiterà che io sostituisca la з col normale tre (3), che è il carattere che più le assomiglia.
Tutto è in evoluzione, quindi non stupitevi se tra qualche mese cambio ancora.