Proprio così, ieri al telefono una persona mi dice che ha deciso di smettere, che cambia lavoro, che sta seguendo dei corsi di formazione per andare a lavorare in un ambito completamente diverso.
Mi dispiace molto, non sapete quanto. Capisco tutte le ragioni della sua scelta e proprio per questo la considero una sconfitta del mio settore.
Un settore che amo molto, che ha tanti problemi, troppi, in cui le cattive abitudini sono diventate così radicate da essere considerate la normalità. Un settore in cui ci si dimentica che si lavora per vivere e non si vive per lavorare, che passione e professionalità sono un modo per agire nell’ambito di un rapporto professionale che però dovrebbe vedere da un lato un giusto pagamento a fronte delle ore di prestazione fornite dall’altro lato.
Questa persona mi ha ben chiarito che l’emergenza è solo una piccola parte del suo problema, che ha semmai provocato il suo “scoramento”, a partire però da grossi disagi che come lavoratore ci sono sempre stati.
Perché la considero una sconfitta? Perché nel nostro settore qualche persona in gamba c’è e sono proprio queste persone che un po’ alla volta stanno abbandonando, comportando quindi una maggior povertà di ciò che resta, in termini di umanità.
Tranquill*, io no, anzi ho promesso a quella persona che manterrò fede ai miei principi e che potrà sempre vantarsi del fatto di aver conosciuto almeno qualcun che è come lei.
… e questo post è un tributo, un ringraziamento per gli anni di impegno, serietà, qualità e professionalità che ha donato al mio mondo, con un enorme “in bocca al lupo” per il suo nuovo lavoro 🙂