Ammetto che in passato mi capitava spesso, vedevo una cosa che mi piaceva e d’impulso la compravo, con l’idea che qualcosa ne avrei fatto. Appunto, gli acquisti compulsivi.
Niente di male, seguire i propri impulsi può avere un senso, ma ovviamente poi spesso finiva che questi oggetti restavano in un cassetto o finivano su un mobile, spesso senza nulla avere a che fare con le cose attorno.
Piano piano ho imparato e ci pensavo proprio oggi visitando il mercatino delle cose usate che una volta al mese è organizzato a Montagnana. Oggi quando compro qualcosa penso alla sua contestualizzazione.
Non mi piace, in sostanza, che un oggetto sia posto su un mobile solo perché mi piace, senza che faccia parte di un quadro organico o che abbia un suo preciso senso. Magari il suo senso è quello di essere un componente di rottura o a contrasto, ma un suo motivo deve averlo.
Girando vedo molte cose che mi piacerebbero per il ristorante Belavocado, il mio nuovo locale, ma ho deciso di non spendere un euro senza prima aver fatto fare i disegni degli interni al nostro architetto, Filippo Marchesin.
Per ogni oggetto acquistato, gli chiederò se il contesto ne prevede il suo inserimento. Se non è così, rinuncerò all’acquisto.