Quando metti assieme due cose che ti piacciono molto, ne viene fuori una vera passione.
Vi parlo del lino, una delle due cose.
Io ho sempre amato il lino, in tutte le sue forme ed applicazioni. In vita mia ho avuto abiti di lino, tovaglie e tovaglioli da tavola, le tovagliette da bagno, camice, lenzuola e federe.
Pensate, per il mio primo matrimonio comprai un abito di lino stropicciato di Versace (erano gli anni in cui la sua fama cresceva), il secondo l’ho fatto con un gessato, sempre in lino, di Pal Zileri. Ho persino avuto un abito, sempre di Versace, in seta e lino.
La seconda cosa, i tessuti ben stirati. Salvo il modaiolo lino stropicciato di abiti e camicie, in generale biancheria ed abiti mi piacciono stirati. Le lenzuola di lino me le sono sempre stirate io, così come spesso le camicie ed il resto. Già, perché oltretutto non mi piace chiedere a chi vive con me, di stirare per me, cosa che so essere noiosissima per la maggior parte delle persone.
Sono contrario allo stirare per motivi legati all’ecosostenibilità ed al risparmio energetico (che poi è anche riduzione dell’inquinamento), ma i tessuti stirati mi piacciono moltissimo, soprattutto se personali. Purtroppo in me convivono queste due tendenze contrapposte. Ogni tanto mi concedo uno strappo.
Così, oggi avevo da stirare una camicia per un corso che tengo domani, quindi ritrovandomi la vaporella accesa, mi sono andato a recuperare dal cassetto una tovaglietta di lino e l’ho stirata. Rigorosamente senza vapore, come la camicia, perché il lino si stira a temperatura altissima a secco, per mantenerlo per anni nelle sue migliori condizioni.
Ovviamente, la tovaglietta ci tengo che sia anche piegata in un certo modo, di solito in tre parti in senso longitudinale.