Ormai i cartelli come quello che vedete in foto sono affissi nella maggior parte degli ingressi di ristoranti, bar, trattorie, pizzerie, pub, insomma, in tutti i locali della ristorazione e ricettività. “Cercasi Personale”, per cuochi, lavapiatti, commis, responsabili di sala, camerieri.
Spesso, tra l’altro, ci restano dei mesi e si sente dire di tutto, si nomina il reddito di cittadinanza, si parla della poca voglia di lavorare dei giovani, del fatto che non ci sia più passione per la cucina e la sala, che si preferisca avere i week-end liberi, ecc.
Io invece dico che il personale si trova, se si fanno le cose nel modo più appropriato. Voi volete trovare il vostro con me?
Dunque, leggete le mie successive considerazioni e se vi sentite in sintonia, poi scrivetemi per avere un aiuto.
1) Dobbiamo comprendere che se le persone si sono disinnamorate di questo lavoro, forse hanno qualche ragione, forse il modo di lavorare ha qualcosa che non va, forse qualcosa va cambiata.
2) I lavoratori sono il più importante asset di un’azienda, in qualunque settore, nella ristorazione a maggior ragione, dato che vendiamo un prodotto che produciamo internamente, accompagnato da un servizio che spesso è l’elemento differenziante. Piatti con cibo, portati da camerieri.
3) Così come facciamo di tutto per attirare continuamente nuovi clienti e poi ci prodighiamo per fidelizzarli, dobbiamo anche invogliare cuochi e camerieri a lavorare per noi, bene e a lungo.
5) Così come la ricerca di nuovi clienti non si interrompe mai, allo stesso modo deve continuare la ricerca di nuovi collaboratori. Deve essere un progetto sempre “acceso”.
6) La selezione del personale deve privilegiare l’individuazione di persone in sintonia con noi, che lavorino bene per vivere, senza la pretesa di trovare chi invece voglia vivere per lavorare. È pia illusione, quest’idea.
7) Ogni persona deve fare il proprio lavoro, come in tutti i settori. A chi vogliamo assumere diciamo subito quale sarà la propria mansione e poi non cambiamola ogni due per tre.
8) Giusto aspettarsi impegno, anche un po’ di flessibilità, ma ricordiamo che il lavoro deve essere pagato e “il giusto” non è ciò che conviene a noi, ma ciò che è stabilito dai patti sociali, tra cui leggi e contratti collettivi.
9) Smettiamo di assumere persone senza una prova, stabiliamo il profilo di cosa cerchiamo, facciamo degli annunci che siano coerenti, incontriamo i candidati e poi indichiamo chiaramente quali sono le nostre priorità e chiediamo le loro.
10) Non dimentichiamo che prima che essere lavoratori, i nostri collaboratori sono persone. Persone che hanno esigenze che il lavorare deve risolvere, altrimenti il lavoro dura poco. Devono pagare un affitto, mandare i figli a scuola, passare del tempo con la famiglia, trovare un po’ di soddisfazione nella vita, fare una vacanza, ecc.
11) È finita l’epoca in cui il datore di lavoro fissava le regole e i lavoratori dovevano solo decidere se accettare o no. Oggi la cosa è sicuramente in condizioni più “paritetiche”. I lavoratori devono piacerci, ma noi dobbiamo piacere a loro. Un cameriere trova lavoro facilmente, siamo noi a non trovare i camerieri. Meglio tenerlo presente.
Ora, spiegarvi in un post cosa faccio per trovare personale e tenermelo è difficile, però le considerazioni che ho espresso sicuramente vi fanno capire quale sia la linea di azione.
Nel caso vi interessi, fatemi sapere: Whatsapp e Signal 349.2207339 o Telegram @frachef