Ritorno nel mio lontano passato, nelle vite che ho vissuto nei periodi medievali, di cui forti reminiscenze mi colgono ogni volta che mi avvicino ad una città murata.
Mi fanno tutte quest’effetto, mi sento a casa mia, mi danno sicurezza, mi piacciono, sento un forte senso di familiarità, mi pare di riconoscerne le pietre ed i mattoni, le vedo senza malta, le vedo con la malta.
Non so quante vite ho vissuto in quei secoli e non ho percezione di dove, anche se su alcuni luoghi ci scommetterei, le mie visioni non arrivano a questo livello di dettaglio. Invece, magia, fuochi, battaglie, amori e lavoro, ecco, queste mi danno la certezza.
Mi piace molto arrivarci. Questo è l’aspetto più magico, la Porta che vedo a distanza e che via via si avvicina, le mura diventano più nitide anche se la visione si restringe e perdo la complessità dell’insieme.
A Montagnana arrivo sempre da Porta Vicenza e anche se altre strade mi consentirebbero di arrivarci più velocemente da altri ingressi, per qualche strano motivo io alla fine scelgo di arrivare da qui. Anzi, non scelgo, è il mio corpo a portarmici, in automatico.
Qualcosa dentro di me sa che è da qui che devo entrare.
Guardare le mura dall’esterno mi dà sicurezza, pace, serenità. Passeggio attorno e sto bene, semplicemente, senza pensare a nulla.
Entro e cambiano le sensazioni. Fare il perimetro interno mi proietta nella vita, nella quotidianità, percepisco il sudore delle botteghe in cui anch’io creavo oggetti che ora non più nella mia parte consapevole di memoria. So che ci sono, da qualche parte in fondo, ma non emergono. Emerge, invece, la sensazione delle mie mani che si muovono, che toccano, che scalpellano, che dipingono, che incidono, che mettono assieme ingranaggi.
Non sono sensazioni di questa vita. In questa vita io le mani le uso ben poco. Sono sensazioni che arrivano dal mio passato secolare.
Le torri, ecco, qui ciò che emerge è la parte combattente che c’è in me. Sento l’elsa in mano, a volte la balestra. Sono le due armi che più di sovente capto dal mio passato. Delle armi bianche le reminiscenze sono fortissime e gli antichi ricordi hanno lasciato anche in questa vita dei semi che hanno prodotto la mia passione per i coltelli, le Katane, il tagliare, i metalli e la metallurgia.
Tra le botteghe dei borghi, ho fatto anche l’alchimista o forse il medico (che allora non era molto diverso) o lo studioso. Anche di questo sento le reminiscenze, così come provo la familiarità per certi portoncini e certi tipi di casetta e interni.
… ma ormai ora di tornare a questa vita odierna. Grazie per avermi tenuto compagnia.
P.S.
Delle mura di Montagnana non vi dico nulla, perché è è pieno il web dei dati storici che le riguardano, senza che mi ci aggiunga anch’io!