Non so dove sono.
Tu sei seduta su una poltroncina, hai una vestaglietta corta nera, di un tessuto lucido, forse seta o qualcosa di simile, semi aperta.
Il tuo intimo è bianco, di un tessuto di pizzo fitto, senza trasparenze. Reggiseno e slip piccolissimi, probabilmente tanga.
Mi chiedo come mai l’intimo non sia nero, poi rifletto sul fatto che ben si adatta al tuo carattere. Non ti piacciono le regole, sei anticonformista, quindi nero con nero sarebbe stato troppo normale. Inoltre, bianco e nero, quasi Yin e Yang, ben rappresentano le due facce della tua personalità, spirituale da una parte, sessuale e terrena dall’altra.
D’altro canto, mi piaci anche per questo.
Il pensiero vola vola in un attimo, mentre mi avvicino a te. Le tue gambe sono lunghe, magre, quasi nervose. Sei truccata pochissimo, ma d’effetto, non hai rossetto o è opaco del colore delle tue labbra. Sorridi.
“Mi dai un’ora per fare quello che voglio? Poi ti do un’ora in cui potrai farmi tutto quello che vuoi” – mi dici.
“Ok” – rispondo semplicemente.
“Me lo sentivo che avresti risposto così” – ribatti.
Mi chiedo cosa vorrai e devo dire che la cosa mi intriga. Nella mia mente qualche idea si affaccia.
“Ormai ti conosco, immagino che avresti voluto un reggicalze, vero?” – mi chiedi.
“Sì, ma vai benissimo anche così” – ti rispondo.
“Mi spiace, non lo avevo, ma lo compro per la prossima volta con te” – aggiungi con uno sguardo carico di promesse.
Istantaneamente ti immagino sul letto mentre ti offri nella posizione della pecorina, un po’ allusiva, col reggicalze bianco dello stesso tessuto dell’intimo e due calze anch’esse bianche velatissime. Bellissima.
L’immagine dura solo un momento, un flash interrotto dalla tua voce.
“Sai, di solito mi piacciono i preliminari, ma stavolta no, sono curiosa di scoprire che effetto mi fai dentro” – mi dici, con un leggero sorriso sul viso e aggiungi “Non ti crea problemi? Anche se non faccio nulla per eccitarti?”
“Di solito qualche minuto mi piace, ma sì, con te ora posso iniziare subito” – ti rispondo, ancora con l’effetto altamente eccitante dell’immagine che ho avuto prima.
Ti sposti sul letto, ti metti proprio nella posizione in cui ti ho vista. Io sono in miniboxer neri e maglietta aderente nera anch’essa. Mi avvicino, mentre tu hai lo stesso sguardo che ho già visto, un leggero sorriso allusivo.
Incredibile la forza creativa della nostra mente. Ti ho immaginata intensamente per pochi istanti, sembravi vera, ed eccomi qui esattamente nella stessa posizione, salvo il particolare del reggicalze, senza averti chiesto nulla.
Ti guardo, sei bellissima, la vestaglietta di lato, la tua pelle solcata solo dal tessuto dell’intimo che non ti sei tolta. Ti sposto il sottile filo del perizoma, ti tocco, sei eccitata, poggio il mio glande, entro.
Sei stretta, ma entro senza fatica. Stessa altezza, stessa angolazione, una umida sensazione di pienezza, nessun ostacolo. Sembriamo progettati per far sesso assieme.
Hai detto che volevi toglierti la curiosità di sapere che effetto ti facevo, così mi muovo lentamente, avanti e indietro, un po’ laterale, un po’ vario forza e profondità.
Ti sento avvolgermi il membro come se… mi attraversa un pensiero: non avrai fatto qualche esercizio Yoga di compressione? Sei il tipo, a dir la verità.
Ti muovi leggermente, i tuoi muscoli sono contratti, la tua bocca socchiusa, lo sguardo intenso, le dita stringono il lenzuolo. Il contatto dei tuoi glutei col mio inguine è da sballo, la tua schiena mi fa venire voglia di graffiarti, ma ho deciso di andarci piano, sarò più rude dopo, alla seconda. Per ora voglio godermi il tuo corpo con calma. Vedo che ti piace, non ci sono dubbi, sei bagnatissima, fai fatica a restar ferma, ansimi leggermente.
“Ho voglia di venire” – ti dico.
“Fallo subito, Frà, mi va di farti rieccitare come dico io” – mi rispondi ridendo.
“Toccati” – ti dico seriamente, con la mia voce usuale, come se stessi parlando in uno dei miei video.
“Cazzo, dici sul serio? Non me lo chiede mai nessuno” – rispondi ed inizi a masturbarti mentre io continuo a scoparti.
Volevo venire, invece tu vai su di giri, intensamente, velocemente e io a questo punto mi godo la scena. Ti scopo, ti guardo, ti ascolto. Il tuo orgasmo è lento, intenso, sembri non volerti fermare.
Il mio ritmo aumenta, aumenta la forza, a te non dà fastidio anche se sei già venuta, mi viene il dubbio che tu sia da orgasmo multiplo, ne approfitto, mi lascio andare e mi godo tutto il flusso del mio sperma che mi attraversa il pene ed esce dal glande.
Tu ridi. Sei veramente bella.
Ti accarezzo, siamo vicini, stiamo parlando.
“Magari a te sarebbe piaciuta una cosa un po’ più forte” – ti dico
“Generalmente sì, ma stavolta con te era proprio questo che volevo, volevo scoprirti” – mi rispondi.
“Sai, sarà la mia componente femminile che per una volta è emersa. In fondo, sono anche bisex…” – continuo.
“Sul serio? Ma quindi faresti sesso con me ed un altro uomo? Anche con scambi tra voi?” – mi chiedi.
“Beh, se a lui va e se mi piace, sì, certo” – ti rispondo.
“Cazzo, Fra, solo il pensiero mi fa eccitare!” – mi dici ridendo e baciandomi sul collo.
Ora però ho voglia di baciarti anch’io. Ti mordicchio ovunque, ti bacio, sento i tuoi muscoli tonici sotto la pelle, si tendono leggermente. Mi piace il tuo profumo, mi diverto ad esplorare ogni anfratto.
“Aspetta” – mi dici e ricominci a baciarmi interrompendo ciò che stavo facendo io.
Sei brava. Mi chiedo se sia una tua dote naturale o se ti sei fatta un sacco di esperienze. Vanno bene entrambe, il risultato è che usi bocca e mani contemporaneamente in punti diversi del mio corpo, moltiplicando gli stimoli che ricevo. È come se facessi sesso contemporaneamente con tre donne.
Mi mordi, leggermente, un po’ ovunque.
“Aumenta!” – ti dico.
“Posso sul serio?” – mi chiedi stupita.
“Certo! Fai.” – ti rispondo.
“Mi piace da impazzire!” – concludi.
Mi baci e mi mordi, sento un filo di dolore, ma sai quando fermarti. Domani sarò pieno di lividi, ma ne vale la pena.
“Scopami Frà!” – mi dici sorridendo e aggiungi – “In tutti i modi”.
Sei di lato, io sono dentro di te, una tua mano è sulla mia spalla, l’altra su una gamba.
“Ho voglia di graffiarti!” – dici con la voce spezzata.
“Fallo, mi piace” – ti rispondo guardandoti negli occhi.
“Sì, ecco” – concludi, iniziando a graffiarmi.
“Mordimi ancora!” – ti dico cambiando posizione e tu sembra che stessi solo aspettando che te lo dicessi, mi mordi sulle spalle, sul collo, sulle braccia, sul petto, intanto che mi graffi la schiena con le tue unghia curate.
Non so quanto andiamo avanti, ho perso il senso del tempo, non so quanti orgasmi miei e tuoi. In qualche momento temo di averti anche fatto male. Spero di no.
“Frà, sembravi un tipo tranquillo, in chat!” – mi dici ridendo.
“Lo sono” – rispondo con la faccia da angioletto.
“Che strano, mi hai chiesto cose che ho sempre voluto fare con altri senza riuscirci” – aggiungi.
“Boh, si vede che era destino” – dico con un leggero sorriso.
Ridiamo assieme. È bello ridere con te.
“Scusa, ma non mi avevi detto di volere un’ora tutta tua in cui fare ciò che volevi?” – ti chiedo.
“È andata benissimo anche così” – mi rispondi e aggiungi “L’ora me la tengo per la prossima volta”.
“Ok” – concludo semplicemente.