A tutte piace quella volta che finisci sbattuta contro un muro e senti forti le mani sui fianchi, il suo membro che entra prepotentemente senza chiedere. Un momento di forza che non ti consente di dire nulla, salvo un flebile “sì”, una volontà che si somma alla tua, di sentire il piacere di essere di qualcuno o di possederlo, senza troppi complimenti e domande. La voglia di avere, avere ed ancora avere, piacere che salga prepotente da ogni zona.
C’è anche la volta in cui invece vuoi gustarti ogni istante, guardare, sentire, essere guardata, essere sentita, con calma quasi studiata, a lungo, senza fretta. Vuoi centellinare i momenti per farli durare, con un piacere da orgasmo multiplo, in cui mentalmente lo supplichi di aver pazienza, che poi sarai disposta a concedere tutta te stessa, ma vuoi farlo con consapevolezza.
… e poi c’è il Sesso Meditativo. La volta in cui la mente è spenta, non ci sono richieste, domande e risposte, nulla, solo silenzio ed emozioni. Questa è la volta in cui ogni tuo centimetro reclama un suo centimetro, le dita delle mani in ogni anfratto, la fusione completa di umori, dove non si distingue più cosa è tuo e cosa è suo. Questa volta lo senti entrare un millimetro alla volta, poi si ferma e resta così, con quella minima pressione automaticamente esercitata per mantenere l’eccitazione, ma senza la ricerca dell’orgasmo. L’orgasmo, anzi, è dilungato all’infinito, tutto è orgasmo. Ti pare di sentire la sua mente, sai che lui sente la tua. Non ci sono no e non ci sono sì, non c’è nulla salvo l’intima completezza di menti e corpi che non hanno più contorni, due costi che ne formano uno solo, in cui il tempo è annullato, così come la materia. Un istante che dura un’eternità, che non vorresti finisse e già il giorno dopo cerchi nuovamente come una copertina che per tutta l’inverno ti tiene compagnia.