Ti guardo e decido che è arrivato il momento di iniziare il mio viaggio.
Questo viaggio voglio farlo solo, perché voglio viverlo liberamente, altrimenti non sarebbe più il mio viaggio e non sarebbe neppure il nostro, perché finirebbe per essere il tuo.
Così, entro nel tunnel, i miei occhi ti vedono, la mia pelle ti sente, sei una parte di me, anzi, sei me.
Ma questo è nel mio tunnel, nel tuo so che non è così. Se tu potessi entrare in me e vedere cosa c’è, so che potresti restare smarrita, perché l’immenso è veramente immenso e ciò che i tuoi occhi vedono è solo la minima parte di ciò che sono, forse la più trascurabile.
Io ti vedo, ti vedo anche dentro e capisco, ma questo non mi evita del tutto la sofferenza per la perdita, che seppur giustificata ha comunque il sapore della distanza.
Il mio tunnel ed il tuo sono parte di percorso antico e che continuerà anche nel futuro, ma oggi, qui, purtroppo a volte vorrei dimenticarmene ed essere solo un uomo con una donna, una certa donna, tu.
Ma va bene, la mia mente razionale mi dice che è giusto così, l’ego ha qualcosa da ridire, l’anima guarda silenziosamente i frame di un tempo frammentato e separato, di due entità che per forza non sempre sono sincronizzate.
Così, io ti aspetto, ma tu concedimi di soffrire e di starmene a volte solo per non far del male a te, oltre che a me stesso 🙂