Con la testa china sullo scrittoio, nella stanza preferita dei suoi appartamenti, la bimba era assorta nei pensieri.
Il suo corpo era lì, ma nella sua mente resa grande sino a contenere tutto il mondo, lei stava passeggiando a piedi scalzi sull’erba di un ondulato prato inglese.
Per nulla intimorita, guardava l’edificio gotico che si innalzava sino al cielo, toccando il limite superiore della sua coscienza.
In cima, una sottile croce ne identificava la natura. Un luogo di culto cristiano.
“Mi aspetti?” – pensò.
“Sì” – la voce estranea che le rispose nella mente era calda ed amichevole.
Un’alta porta di bronzo verde si aprì e la bimba entrò, tranquilla. Percosse la lunga navata centrale sino quasi all’altare e lì si sedette su un banco.
“Eccomi” – pensò.
“Ti vedo. Grazie per le visite che spesso mi fai.”
“Sto bene” – pensò lei e si fermò un po’ a godersi la tranquillità del luogo.
“Adesso vado, ciao” – lo salutò silenziosamente.
“Ciao” – risuonò la voce nella mente – “Torna pure quando vuoi.”
La bimba uscì dalla chiesa e si ritrovò nella sua stanza. Dal suo cuore, un’onda le scaldava tutto il corpicino.