Sono le nove e trenta del 27 maggio e sono seduto su un muretto del chiostro domenicano di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Da quasi due anni non venivo più qui, così passandoci d’avanti ho deciso di fermarmi un attimo. Prima avevo pensato di prendere qualche appunto per poi scrivere qualcosa, invece, viste le forti emozioni che questo posto provoca in me, ho deciso di accendere il computer e scrivere in diretta.
Questo articolo lo pubblico di getto, così come viene, errori compresi. Per una volta, si può fare.
È una mattina strana, questa. Dovevo andare da un cliente vicino a Piazza Duomo, ma un’ora fa mi hanno chiamato per comunicarmi che l’incontro è spostato nella sede vicina a Santa Maria della Grazie. Io avevo lasciato la macchina parcheggiata in Piazza Piola ed ero già in Duomo. Decido, quindi, di avviarmi a piedi verso la nuova destinazione.
Da Piazza Duomo vado in Cordusio e da qui in Via Meravigli. Passo davanti al bar Scrofa Semilanuta. Non posso non pensare a Franco Milazzo, l’amico che mi ha fatto conoscere questo bar che tanta importanza riveste per questi ultimi due anni della mia vita. Entro e bevo un caffè alla nocciola. Chissà se il barista mi riconosce, mi chiedo. Ovviamente no, di gente ne passa troppa.
Esco e proseguo. Da Via Meravigli passo a Corso Magenta e mi ritrovo a guardare il Bar Magenta. Davanti, ferma, c’è una ragazza che aspetta. Alta, magra, molto carina, capelli neri, jeans a vita bassa, maglietta bianca corta, scarpe chiare a punta lunghissima. Ha tutto l’aspetto della studentessa, probabilmente della vicina Università Cattolica. Resto un attimo a guardarla. Mi viene quasi la tentazione di chiederle a che facoltà è iscritta. Se frequenta Scienze della Formazione, la invito a bere un caffè. Poi ci ripenso. Farei la figura del marpione e la cosa non mi piace proprio.
Proseguo, passo davanti al Palazzo delle Stelline e quindi arrivo a Santa Maria, splendida chiesa domenicana dalla stupenda cupola di Bramante. Dietro, il piccolo chiosco quadrato, riservato e silenzioso, dove ora sono seduto a scrivere.
Mi ha sempre attratto molto questo posto. Sembra quasi che la città resti fuori dalle basse mura che lo chiudono. C’è un’aria di pace e di serenità che ti entra nell’anima e ti fa star bene. Mi sento in qualche modo arricchito.
Purtroppo tra poco dovrò andare. Il cliente mi aspetta. Sono felice, però, di aver potuto godere di questo momento.
Un bacio a tutti!