Per l’esattezza, impressioni dalla Tanzania, dove sono venuto ad avviare il ristorante del Rucu, l’Università cattolica di Iringa.
Rosso. Il colore della terra scavata. Bellissima sensazione di calore, di forza, di vitalità.
Amore. Quello per la vita, forte e presente in tutti i tanzaniani, solo apparentemente apatici, in realtà molto desiderosi di stare al mondo ed impegnarsi 🙂
Forza. Tutto lo è. I contrasti, la passione, la lotta per la vita.
Bambini. Bellissimi, con i loro vestiti colorati quando vanno a scuola con la loro tanichetta di acqua e la scopetta 🙂
Pilau. Il riso onnipresente attorno al quale gira buona parte del mio lavoro, spesso ottimamente cucinato.
Kiswahili. La lingua ufficiale tanzaniana di cui sto imparando le prime parole, grazie ai componenti della brigata di cucina che sto addestrando 🙂
Foulard. Le donne lo usano per tutto. In testa, come copri gonna, come copri spalla, come abito, come sistema di trasporto dei neonati. L’ho visto in mille modi 🙂
Casa. Proprio così, mi sento bene, l’ambiente mi è familiare, mi pare in qualche modo di essere a casa, anche se ovviamente non è così e ci sono forti differenze 🙂