Un grido squarcia la notte ed il cielo s’illumina a giorno. L’enorme busto di una donna è immobile, illuminato dalla luce sinistra. Il marmo bianco di cui è fatto sembra non riuscire a splendere, come reso opaco da un desiderio d’anonimità.
Una strada si perde nel nulla. Ai bordi, altre statiche figure sono illuminate man mano che si procede con lo sguardo. Ognuna ha una fisionomia ed una storia che s’immagina senza vedere.
Strane nubi sono attraversate da lampi sottili che evidenziano zone di grigio intenso e lasciano intravedere la terribile attività che si nasconde dietro.
Alle figure umane s’alternano oggetti misteriosi o comuni. Alcuni sono avvolti da un’aureola che li rende indefiniti, come desideri mai espressi e che non sono mai stati realizzati.
Un cane sembra quasi un intruso. La sua presenza avrà una spiegazione che però non si comprende.
Un piccolo cactus in un vasetto è scolpito in proporzioni esageratamente grandi rispetto al resto.
È desolata la landa. Lo sguardo non coglie alcuna presenza in movimento, né umana né aliena. Colpisce, invece, la sensazione di calma di questo luogo che avrebbe tutte le caratteristiche per terrorizzare. Tutto sembra disposto con un ordine che seppur incomprensibile, si capisce studiato. Non c’è desiderio di violenza né tentativo di stupire. Solo voglia di conservare.
Un grande libro è aperto sull’ultima pagina scritta ed una stilo dall’inchiostro blu scuro attende d’essere usata per registrare l’ingresso del prossimo ricordo. Una nota sulla pagina datata 27 marzo 2003 riporta solo due smile sorridenti e due nocciole.