Con un fastidioso fragore, assurdo nel totale silenzio che regnava, la porta si aprì, lasciando entrare la luce che squarciò l’oscurità che regnava nella grotta.
Nell’angolo più lontano, raggomitolata su se stessa quasi a voler sparire, lei aprì faticosamente gli occhi, stupendosi per questo fatto straordinario. Non aveva mai smesso di soffrire, ma si era ormai rassegnata al dover restare a vita segregata in quella buia cella, nella profondità di abissi inesplorati. Non pensava che qualcosa potesse cambiare.
Il suo carceriere le disse poche ma dolcissime parole: “Puoi uscire. Non ti chiedo perdono, ma sono felice di poterti riavere con me. Mi sei tanto mancata.”
Ombra, guardandosi timidamente attorno e stropicciandosi gli occhi, varcò la soglia, tornando felice nel mondo.