Peccato, il corso è finito. Erano due anni che non ne tenevo più ed avevo quasi dimenticato la sensazione che si prova.
Ero arrivato qualche giorno fa e, nel primo cerchio periferico milanese, il centro mi era parso piuttosto malmesso.
Un edificio post-industriale color mattone, dall’aspetto di un vecchio capannone riciclato. Davanti, un giardino troppo regolare non riusciva a riscattare la struttura. Una targa all’ingresso riportava semplicemente il nome dell’Istituto.
Dentro…
…legno, marmi, un aspetto pulito, luminoso, arioso. Un bar interno, una sala attrezzata con molti telefoni, un ristorante ed un piccolo museo. In giro, quadri d’autore.
Una portineria efficace mi aveva dato le informazioni per recarmi nell’aula dove avevo trovato tutto il necessario già predisposto. Computer, proiettori già collegati e per una volta funzionanti al primo tentativo, flip-chart, programmi già installati e pronti per l’uso. Moduli, materiale didattico e buoni pasto per gli allievi.
Il corso è andato bene. I feedback degli allievi sono più che buoni ma non è questo il motivo del mio buon umore.
Quest’Istituto raccoglie ed istruisce giovani d’ogni estrazione, “stagisti”, neo-laureati, ricercatori e semplici dipendenti che stanno avanzando.
In questi giorni ho vissuto tra persone che nella fase iniziale della propria vita, si preparavano per il mondo del lavoro. M’ha colpito il vedere giovani in jeans e maglietta discutere piacevolmente con business-man rampanti. Gruppetti di ragazze al bar filavano i due belli di turno, ma con un libro in mano. Dalla mensa interna usciva quotidianamente un piacevole fragore di voci, di bicchieri, di scherzi fatti e ricevuti.
Informali e non ancora contaminati dai grigiori del time-to-market e dalla gestione del contenzioso coi clienti, erano qui per riempire le aule corrispondenti ad altrettanti temi: Master in economia, programmi e suite per l’ufficio, procedure di Qualità, Comunicazione.
Davanti ad ogni aula, qualche allievo fumava una sigaretta discutendo dell’ultimo esercizio e di cosa avrebbe fatto appena trovato il lavoro o alla conferma del contratto.
Per i corridoi si sentivano le speranze, i progetti, le idee ed i sogni. Ognuno si confrontava con gli altri.
A qualcuno io ho insegnato a gestire progetti, ma molti di loro insegnavano a me come vivere con speranza.
Sono belli questi giovani, sono intelligenti, sono spesso migliori di noi, ancora.
Auguri a tutti, ragazzi. Siete il nostro futuro.