Sono le 7.30, sto passeggiando verso il tempietto posto nel giardino davanti alla vecchia scuola di Erikoussa, una stradina con qualche gradino mi porta in quella direzione.
Mi fermo un istante, rallento il respiro, mi guardo attorno, sento il rumore del mare sulla spiaggia vicina. Mi piace, molto 🙂
Decido di fermarmi a meditare un po’.
Mi siedo su uno dei gradini, incrocio le gambe sul piano sottostante, poggio i miei polsi sulle ginocchia, pollice ed indici congiunti, chiudo gli occhi e mi rilasso liberando la mia mente.
Attraverso le palpebre chiuse mi arriva la luce del sole nascente di Erikoussa, un dolce tepore mi scalda nel mattino leggermente umido. L’aria è frizzante, il suono delle onde morenti sulla spiaggia mi culla.
Ad occhi chiusi immagino la scogliera che scende direttamente sul mare alla mia destra. So che è lì, anche se non la vedo, così come so che davanti a me, dopo le dune, vi è la spiaggia. Nella mia mente la visione è chiara.
Poco per volta, però, il quadro cambia, si trasforma. Le dune spariscono e con i suoni del mare attorno, mi pare di essere direttamente sulla spiaggia. Sento quasi gli spruzzi di schiuma sul viso.
Il quadro cambia ancora… mi sento proiettato nell’Universo, anzi, mi sento parte dell’Universo e con me tutta Erikoussa… e l’Universo sembra volermi dire “Sì, ci sei e ci sono anch’io”, così che nella mia visione si aggiungono pianeti e lune che mi paiono così vicini da poterli toccare con le mani.
Mi fermo su questa visione, la spiaggia, la scogliera e i pianeti di questa zona di galassia, assieme, parte di un Tutto. Sto bene 🙂
La visione dura poche decine di secondi, intensa, bella 🙂
Apro gli occhi, torno a vedere il tempietto, il giardino e il campo di basket alla mia destra, ma la visione è ormai dentro di me e mi scalda dall’interno 🙂