Magrissimo, piedi scalzi, senza l’asta che normalmente serve come bilanciere, è sul filo e muove un passo dietro l’altro.
La sua mente è tesa nello sforzo della concentrazione. Ogni muscolo del corpo è sotto controllo e gli occhi vigili osservano il cavo e tutto ciò che è attorno.
Ad ogni passo potrebbe cadere. Il fatto d’essere sul filo del rasoio è una sensazione terribile. Molto dipende da lui e lo sa, ma molto altro non è sotto il suo controllo e sa bene anche questo. Molte cose potrebbero fermarlo durante il pericoloso viaggio, ma nonostante ciò procede. Speranzoso, sicuro di sé o semplicemente pazzo? Forse solo mosso da fede.
Sotto, pochi spettatori lo osservano. Alcuni aspettano solo di vederlo cadere, altri sperano che il viaggio si concluda, altri vorrebbero tornasse indietro.
Lui oltre che soggetto è anche spettatore di se stesso e la sua mente è divisa in due metà (con una sola t) che si osservano tra loro. La prima, muove il corpo e presta attenzione alla seconda, timorosa del fatto che quest’ultima possa intervenire in modo negativo. La seconda, spettatrice, osserva la prima lavorare e si chiede se ce la farà a reggere lo stress e guidare il corpo sino alla fine filo.
I piedi si muovono senza sapere perché. Non conoscono il motivo di questo pericoloso viaggio. Il cervello, come al solito, non li informa di nulla. Si limita ad impartire gli ordini. L’unica altra parte del corpo che sa, è il Cuore. Lui sa bene perché avviene tutto ciò e qual è lo scopo ultimo.