Trovo che sia veramente antipatico vedere una mamma che si rivolge in modo rude e sgarbato con i propri bambini.
Capisco che ci possa essere del nervosismo, che a volte la fretta ti porta ad essere un po’ – diciamo – eccessiva, che magari il bambino ha appena combinato una marachella. Insomma, le spiegazioni possono essere molte.
Penso, però, che nella voce e nell’atteggiamento di un momento di severità si debba sempre sentire un filo appena accennato di gentilezza e di amore.
Oggi passeggiavo per Lonigo e questa donna diceva ai figli di scendere dalla macchina in modo veramente sgarbato. Scusate se ripeto la parola, ma credo sia proprio quella giusta. Non era aggressiva, non violenta, ma senza grazia, rude.
Poi ci lamentiamo che vengano su persone che picchiano, rissosi, pronti alla violenza? Li addestriamo noi da giovani ad essere così.
Ok, a volte ci fanno disperare.
Ok, a volte non ne possiamo più.
Ok, a volte fanno capricci incomprensibili.
Ok, a volte vorremmo anche per noi.
Però, ricordiamolo sempre, non sono stati loro a chiederci di farli nascere. Se volevamo dei giocattoli, sarebbe bastato comprare qualche bambola.
I bambini non sono nostri figli, o meglio, non sono “nostri”. Ci sono stati dai in custodia da spiriti superiori (e qualcuno dice che loro stessi hanno deciso di venire da noi). Forse siamo noi, più facilmente, ad essere i “loro” genitori. Non scordiamolo mai.