In un’era molto lontana nel nostro passato, nel cielo c’era una stellina appena appena visibile.
La stellina era molto triste perché nessuno la notava e gli astronomi del tempo non gli avevano neppure dato un nome. Non avrebbe voluto essere importante come la Stella Polare, le sarebbe bastato che ogni tanto qualcuno l’avesse guardata.
Le stelle vicine le dicevano che questo era il destino di molte, ma lei non riusciva a farsene una ragione e la sua vita le pareva non aver alcuna motivazione.
Una notte sentì una coppia di innamorati discutere sommessamente. La donna diceva che da tanto desiderava vedere una stella cadente, ma non ne aveva mai avuto l’occasione. L’uomo si crucciava per non poter far nulla per accontentare la sua amata.
La stellina capì che finalmente poteva dare un senso alla sua vita: rendere qualcuno felice per qualche momento. Forte di questa convinzione, decise di sacrificarsi e si lasciò cadere verso il Sole di quel Sistema. Durante la caduta perse la poca luce che aveva ed il suo nucleo si trasformò in un freddo e piccolo blocco senza vita, ottenendo, però, una momentanea coda luminosa come scia della sua corsa.
“Ami, una stella cadente!” – disse la donna – “Non mi era mai successo. Sono felice che sia capitato proprio mentre sono con te!”
Dio vide il gesto nobile della stellina che pur avendo poca luce l’aveva donata per rendere felici i due innamorati e pensò che fosse un gesto da premiare. Modificò la traiettoria finale della corsa della stellina avvicinandola al pianeta e rendendola suo satellite fisso.
La stellina ebbe così un bellissimo premio. Venne chiamata Luna e fu nei millenni successivi oggetto costante dei pensieri e delle osservazioni di tutti gli innamorati che nel cielo la vedono ancora oggi luminosa e splendente.
Fradefra
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[Nota dell’autore] Scrissi questa breve favola nel maggio 2004 per raccontarla ad una ragazza.
Tante cose sono cambiate da allora, la vita è diversa, ma questa favoletta mi accompagna ancora, anche perché amo molto la Luna 🙂
Ne subisco il fascino e spesso mi ritrovo a guardarla la notte, magari in auto mentre viaggio o quando mi sveglio e mi affaccio ad ammirarla in silenzio. Se vi capita, sappiate che forse ci sono anch’io.