Vedere i dinosauri non basta, sono i velociraptor quelli che veramente interessano Lorenzo.
Decidiamo di prenderci la mattina tutta per noi e, fatta colazione, ci spostiamo velocemente ai giardini pubblici che ospitano il Museo Civico di Storia Naturale di Milano e la sezione permanente dedicata ai dinosauri: sono i velociraptor, però, che vogliamo vedere.
Salita la scalinata che porta al grande ingresso e superati velocemente gli shop con i libri ed i dinosauri giocattolo (i mostri, come li chiamava a tre anni mio figlio), entriamo nella foresta nera formata da minerali raccolti da tutto il mondo. “Dove sono i velociraptor?” – chiede Lorenzo?
All’improvviso, in alto appare un’enorme pteranodonte che ci proietta nel magico mondo di Jurassic Park. Vari piccoli calchi di fossili, un grande ittiosauro di Besano e la corazza di quella che parrebbe una gigantesca tartaruga gli tengono compagnia. Ci fermiamo a leggere le indicazioni scientifiche che abbiamo già letto decine di volte. Veniamo al museo quasi tutte le domeniche! I velociraptor ci chiamano sempre e noi non li facciamo attendere.
Attraversiamo la sala con l’enorme scheletro sospeso di un mostro marino ed arriviamo li dove ogni volta ci fermiamo di più. L’aula magna raccoglie un allosauro, un piccolo (si fa per dire) tirannosauro, un triceratopo e naturalmente i nostri beniamini: gli scheletri di alcuni dinosauri parenti dei velociraptor. Due sono e sono terribili. I loro artigli ci impressionano e la scritta che ci ricorda che si tratta solo di calchi non basta a farci smettere di pensare a quanto dovevano essere terribili. Non si tratta di quelli visti nei film della saga Jurassic Park ma a Lorenzo va bene lo stesso e non rinuncia mai a fare un giro nel museo di storia naturale.
Il triceratopo è enorme e pare guardarti mentre gli stai di fronte. Mi fa tornare in mente la visita ad uno zoo di Basilea dove alcuni enormi rinoceronti avevano impressionato Lorenzo che non si era voluto avvicinare. Avevano la stessa apparenza lenta e la pelle grossa e quasi corazzata.
È tempo d’andare. Facciamo un rapido giro ed andiamo verso l’uscita col rimpianto che tutto finisca sempre troppo presto. Il resto del museo è molto interessante e l’abbiamo visitato più volte ma i dinosauri sono la nostra passione.
Ci fermiamo ancora qualche istante davanti a Ciro, l’ormai famoso primo dinosauro italiano, questa volta veramente simile ai velociraptor, ed in studio attualmente al museo.
“Ciao velociraptor, ci vediamo ancora” – dice Lorenzo uscendo.