“Mari, se un giorno avrai voglia di vedermi, me lo dirai? Io non avrei problemi a venire a trovarti a Trento e mi farebbe piacere. Molto. Non te lo chiedo io perché mi rendo conto che sei un po’ incasinata e non mi voglio aggiungere ai tuoi casini. Ma se ti facesse piacere, non hai che da chiederlo. Posso confidare in questa cosa?” – le avevo detto in chat.
“Se fosse per me ti vedrei anche domani, ma appunto ho molte cose da fare per il tirocinio.” – aveva risposto.
“Ci mettiamo d’accordo prossimamente, allora.” – avevo aggiunto, cambiando poi discorso.
Qualche giorno dopo al telefono ci eravamo accordati per l’incontro. Ne avevo voglia e sentivo che anche lei lo desiderava. Appuntamento a Montebello, subito all’uscita dall’A4, alle dieci e mezza.
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Sono le otto e trenta. Ho appena finito di fare una doccia ed esco di casa. Ho pensato a lungo a cosa mettermi. Dio, a volte mi pare d’essere lo stereotipo della donna indecisa davanti allo specchio! Alla fine ho messo un paio di jeans ed una maglietta blu con sotto una bianca che si vede sul collo. Sembro un po’ cretino, forse, ma ormai sono così e tanto vale che lei lo veda subito. Visto che guiderò non dovrei, ma metto lo stesso le lenti a contatto. Occhiali da sole e l’ultimo libro di Wilbur Smith completano gli accessori per il viaggio.
Decido di entrare in autostrada a Trezzo. Non c’è traffico ed in poche decine di minuti sono al casello. Sto pensando a lei e non ho fatto la solita deviazione. Un segnale premonitore? È la prima volta che succede da più di due anni.
Come sarà vestita? Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi e non ho avuto modo di scoprire granché. L’idea è visitare il Castello di Marostica e poi Asolo. Probabilmente avrà qualcosa di comodo e scarpe basse. Boh, staremo a vedere. La ricordo molto carina e quindi non mi aspetto brutte sorprese su questo.
I chilometri passano velocemente. Sono a Bergamo. Come sarà l’incontro? La conosco da vari anni anche se non l’ho vista molte volte, dopo averla fatta entrare in azienda. Mi è sempre piaciuta come persona, so che è in gamba ed intelligente. Non la conosco nella vita privata, però. Come ci saluteremo? Un bacino? Stretta di mano? Un sorriso con un “Ciaooo”? Beh, Frà, porta pazienza, tra poco lo saprai.
A Brescia faccio una sosta. Un caffè al volo, sempre immerso nei miei pensieri. Non riesco a staccare la mente da lei. Che faremo? Come passeranno queste ore in compagnia? La bacio? No? E lei? Ricambierà? Ne ho molta voglia, ma ovviamente non basta che ne abbia io!
Sono a Verona. Mancano gli ultimi chilometri. Tante cose mi passano per la testa. Improvvisamente mi pare che qualche interruttore si stia chiudendo ed altri si stiano aprendo. È strana la vita e beato è chi ha sempre il suo profumo e la sua voglia di vivere con sé. Sino a poche settimane prima non avrei mai pensato di fare questo viaggio e, soprattutto, non avrei immaginato di aver tanta voglia di incontrarla. Invece, eccomi qui.
Sono nel parcheggio subito fuori l’A4. Il telefono squilla e lei mi chiede dove sono. Causalmente le due macchine sono vicine! Sembra che tutto sia già stato stabilito.
Scendo. Lei è li che mi guarda, con i suoi bellissimi occhi.
Mi avvicino e faccio giusto in tempo a dire “Ciao Mari“. Lei mi sta già abbracciando fortissimo ed io ricambio. Non serve nessun’altra parola per capire tutto. Basta il contatto del suo corpo sul mio.