Lei era giovane e carina. Molto. Aveva fortuna, aveva ricchezza, aveva intelligenza, aveva spasimanti, aveva una bella casa e genitori che le volevano bene. Non aveva l’amore, però.
Lui era giovane, ma non aveva nulla. Niente soldi, niente casa, nessun vestito firmato, nessun libro raro, nessun orologio complicato. Non aveva un posto dove suonare il suo violino dal legno sciupato e non sapeva mai cosa avrebbe mangiato il giorno dopo. Aveva molto amore da dare, però.
Dio li guardava e sorrideva.
S’incontrarono per caso molti secoli fa o forse domani. Lei ebbe l’amore, lui ebbe qualcuno a cui donare la sua unica ricchezza.
Il violino suonava note blu che Dio ascoltava concedendosi rari momenti di relax.
Il mondo era contro di loro. Qualcuno invidiava la loro ricchezza, altri non tolleravano l’affronto, i più non capivano. Persero gli amici, persero i parenti, persero il sorriso ed il saluto dei vicini.
Lo studio era pieno di quadri ed il vecchio pittore era davanti a loro.
Tristi e sconsolati gli chiesero di ritrarli su una tela bianca che, vergine, sembrava aspettare solo loro. Almeno lì avrebbero potuto amarsi.
“Farò di meglio, mia giovine signora” – rispose compito l’uomo, prendendo i suoi attrezzi.
Una intensa luce blu scaturì dal suo pennello e avvolgendo i due giovani, li portò sulla tela, fissandoveli come in un abbraccio. Lei rideva, lui suonava il violino per lei. Lì sarebbero rimasti ad amarsi indisturbati per l’eternità.
Passarono mille e mille anni ed il quadro blu con i due giovani ritratti era ancora lì. Ogni tanto qualcuno diceva che la notte tra le grandi stanze del museo si sentiva il dolcissimo suono del violino e le felici risa di lei.